Nel vasto mondo della robotica, una domanda ha sempre suscitato la mia curiosità: perché siamo così sensibili alle sembianze umane? Questa riflessione mi ha portato a esplorare l’importanza dell’aspetto umano, delle sembianze e dei movimenti nella conversazione.
Hiroshi Ishiguro, un nome che risuona con forza nel panorama della robotica, ha intrapreso un viaggio simile. Costruendo robot umanoidi che assomigliano sorprendentemente a noi, Ishiguro crede fermamente che, attraverso questa somiglianza, possiamo generare una maggiore empatia. Questi androidi, pensa, potrebbero essere particolarmente efficaci in ambito didattico o come compagnia per gli anziani. La sua dedizione a questo campo è così profonda che ha creato un clone umanoide di se stesso!
Durante una recente conferenza, la mia mente ha fatto un salto alla popolare serie Netflix, “Meglio di noi”. La protagonista, Arisa, un robot umanoide, non solo si prende cura dei bambini con un’empatia sorprendente, ma esegue anche interventi chirurgici con precisione impeccabile. Prima di partecipare all’Italian Tech Week, avrei scartato tutto ciò come pura fantascienza. Ma ascoltando Ishiguro, ho realizzato che i robot umanoidi sono molto più vicini alla realtà di quanto avessi mai immaginato.
Ecco l’intervista integrale:
Con l’entusiasmo di un bambino in un negozio di caramelle, mi sono avvicinata a Ishiguro alla fine della conferenza, chiedendogli se questi robot erano in vendita. La sua risposta? Sono riservati alle università e alle grandi istituzioni. Quando ho sollevato la questione del costo, paragonandoli alle costose Ferrari, la sua espressione perplessa ha detto tutto. Sì, potrebbero essere fuori dalla portata ora, ma come con tutte le grandi innovazioni, spero che un giorno diventino accessibili a tutti.
Mentre il futuro della robotica promette meraviglie inimmaginabili, non posso fare a meno di sognare il giorno in cui avrò il mio robot umanoide personale. E voi? Siete pronti per l’era degli androidi?